MI permetto di far notare che ben prima che Emmanuel von Ketteler iniziasse ad andare a scuola il principio di sussidiariatà era già ben presente nei padri fondatori americani, come lo scritto che qui riporto puo' ben dimostrare. Emmanuel von Ketteler è del 25 dicembre 1811, Jefferson scrive questa lettera quando il vescovo ha 4 anni e due mesi.
Poi secondo me que principio ha origini ancora precedenti, anche se incerte: Tommaso d'Aquino e iJohannes Althusius ... e chi dica anche Aristotele.
Cita:
Dividere la grande repubblica
di Thomas Jefferson, lettera del 2 febbraio 1816 a J.C. Cabell
"Il mezzo per avere un governo buono e fidato non sta nell'affidare ad un unico organo tutto il potere ma nel dividerlo tra molti, distribuendo a ciascuno esattamente le funzioni che e' in grado di assolvere. Che al governo nazionale siano affidate la difesa della nazione e le relazioni estere e federali; ai governi degli Stati le leggi, i diritti politici e civili, la polizia e l'amministrazione di quanto concerne lo Stato nel suo complesso; alle contee le materie di interesse locale al livello della contea ed a ciascuna comunita' minore gli affari che la interessano direttamente. E' dividendo e suddividendo la grande repubblica nazionale in queste repubbliche minori da un estremo all'altro della gerarchia, finche' si giunga all'amministrazione da parte di ciascun individuo della propria fattoria ; attribuendo ad ognuno la direzione di cio' che il suo occhio riesce a sorvegliare direttamente, che tutto verra' realizzato per il meglio. Che cosa e' stato a distruggere la liberta' ed i diritti dell'uomo in ogni forma di governo esistita sotto il sole? L'estendere ed i concentrare tutti i poteri e tutte le attribuzioni in un solo corpo, non importa che si tratti degli autocrati di Russia o di Francia o dei patrizi del senato veneziano. Ed io sono convinto che se l'Onnipotente non ha decretato che l'uomo non debba mai essere libero (e sarebbe bestemmia il crederlo), si scoprira' che il segreto consiste nel farsi egli stesso depositario dei poteri che si riferiscono a lui, nella misura in cui e' capace di esercitarli, e nel delegare soltanto quelli che sono al di la' delle sue capacita', mediante un processo sintetico, a gradi sempre piu' elevati di funzionari, in modo da conferire sempre meno poteri mano a mano che i delegati rappresentano sempre piu' una oligarchia. Le repubbliche elementari rappresentate dalle comunita' dalle contee, dagli Stati e dall'Unione federale formerebbero una gradazione di autorita' ciascuna fondata sulla legge, investita ciascuna della sua sfera di poteri delegati, e costituenti per davvero un sistema di freni e contrappesi per il governo. [....] Come Catone, ai suoi tempi concludeva ogni suo discorso con le parole <<Carthago delenda est>>, cosi' io concludo sempre con l'esortazione <<dividete le contee in comunita'>>. Cominciate con l'istituirle per una sola funzione; dimostreranno ben presto per quali altre esse sono lo strumento migliore. Dio vi benedica, e benedica tutti come i nostri governanti, e dia loro la saggezza, cosi' come sono certo che avranno la volonta', di fortificarci, contro la degenerazione di un unico governo e la concentrazione di tutti i poteri nelle mani dell'uno, dei pochi, della gente per bene o dei molti."
Va comunque detto che una società complessa oggi non piu' basarsi su
un solo principio ma piuttosto sull'equilibrio tra una
molteplicità di principi. Oltre la problema della differenza tra persona ed individuo (il primo come concetto piu' umanistico-sociale ed il secondo piu' liberistico) abbiamo tutta una serie di principi da conclilare, come l'ottimo studio di Attilio Danese ha analizzato in
http://www.progettoitaliafederale.it/prinhtm1.htm e ben individuabile fin dall'indice:
1. Persona in relazione
2. Autonomia
3. Cooperazione
4. Sussidiarietà
5. Partecipazione
6. Circolarità teoria-prassi
7. La tolleranza
8. Democrazia ascendente
9. Solidarietà ed efficienza
10. Responsabilità
Saluti,
Francesco