androcom wrote:
C’è una differenza tra il concetto di decrescita proposto da Serge Latouche, economista e filosofo francese, e il concetto di recessione.
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In questo senso, “decrescita” potrebbe significare minore esaperazione della condizione lavorativa, resa dura dalla competizione, e quindi minore competizione (ben inteso, un orario minore a parità di reddito, anzi con un reddito superiore). Per ottenere ciò ci deve essere meno concorrenza, meno volontà di arricchimento, meno profitti, e quindi meno innovazione, la quale a volte non serve. Ma senza crescita, innovazione, progresso, la storia si ferma e l’uomo si sente alienato.
SÌ, c'è differenza nel senso che la proposta di Latouche è appunto un concetto proposto (basato su premesse che dovremmo analizzare per vedere se la proposta ha senso) mentre recessione e depressione non sono concetti ma nostri modi di chiamare cose che periodicamente succedono nella realtà e che non sono affatto positive.
La lista di quei "meno" che hai fatto porta alle conseguenze che hai detto. Ed in piu' la decrescita porta ad una riduzione della popolazione e secondo me ad un incremento delle disparità. Qui è un discorso complesso e lo posso affrontare un'altra volta. Mi interessa ora l'idea che sia possibile bloccare o anche rallentare artificialmente la crescita. Non credo che sia possibile bloccare o anche solo rallentare artificialmente tutte quelle cose, soprattutto la ricerca e l'innovazione. D'accordo che molte cose non servono ma quello è solo un aspetto industriale e tecnologico. Lo scienziato scoper il laser, l'ingegnere trova l'applicazione per i CD, per la chirurgia oculare e cento altre cose. Non tutte servono ma è il mercato a decidere il successo di una invenzione, non una sorta di gigantesca spectre che esamini le invenzioni e decida questa si, questa no.
Intanto le persone vogliono stare meglio ed è ormai nel nostro DNA culturale il fatto che per stare meglio occorre crescere (nei saperi, nella qualità di quello che si fa etc). Siccome l'innovazione è l'elemento trainante e siccome l'innovazione è assolutamene imprevedibile ed ingovernabile, ecco che non è possibile assolutamente fare previsioni e governare alcun processo futuro.
Nel senso che per governare il domani noi dobbiamo avere una teoria che ci permetta di prevedere come sarà la realtà e come saranno i risultati delle nostre azioni. È stato abbondantemente dimostrato che questo non è possibile (per la imprevedibilità dell'innovazione) e per i dettagli rimando a Miseria dello Storicismo, di Karl Popper.
Secondo me i principi (le premesse) su cui si basa la teoria della decrescita sono sbagliati e l'obbiettivo è irrealizzabile, come qualsiasi progetto storicistico e fururistico.
Ovviamente l'idea in se è buona, nel senso che contiene tante cose di buon senso e condivsibili ma per passare dall'idea al progetto ed alla realizzazione ci sconteremmo con il dato di fattto che già dopo 10 anni la realtà che stiamo cambiando è cambiata di suo, per l'innovazione.
Parlamoci chiaro: chi immaginava 100 anni fa lo sviluppo delle automobili? E 60 anni fa lo sviluppo dei media TV, chi immaginava solo neglianni 70 lo sviluppo dei computer o negli anni 90 lo sviluppo di Internet? Oggi abbiamo lo sviluppo delle nanotecnologige, poi la robotica, poi chissà cosa.
Appunto, non possiamo saperlo. Non possiamo sapere cosa guiderà la crescita. Figuriamoci una decrescita.
Sarebbe come una saponetta che ci sguscia di mano ogni anno.
Per realizzarla occorrerebbe una dittatura globale e ... mi dispiace ... il film l'ho già visto.
Francesco