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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Guardandosi intorno
MessaggioInviato: 04/03/2009, 15:46 
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Iscritto il: 02/03/2009, 17:47
Messaggi: 3
Eusebio ha scritto:
... stiamo convergendo verso un modello politico ben piu' virtuoso e fortemente innovativo (di cui a mio avviso l'euro e' frutto e non strumento)....
===============================
Eusebio, buongiorno.

Ma secondo te, il modello politico virtuoso e fortemente innovativo corrisponde ai modelli francese e italiano delle destre al governo?
Dove riesci a vedere la virtù nei cambiamenti francesi... dove ogni proposta del presidente Sarkozy è seguita da giorni e giorni di scioperi, e da manifestazioni a pertecipazione oceaniche?
Dove riesci a vedere la virtù nelle "esternazioni" del nostro PM, con tutte le sua "carinerie" da baraccone, con la spinta ad essere "falsi ottimisti", semplicemente supportato da un sorriso a 64 denti e spot pubblicitari invece di azioni di governo che tutelino i lavoratori?

Dove riesci a vedere le innovazioni?
Forse nella falsa vendita dell'Alitalia, che ha prosciugato le casse dello Stato e adesso che ci sarebbe bisogno si sostentamento ai lavoratori che perdono il lavoro (precari e non) non sappiamo dove prendere i fondi necessari?
Forse nella "falsa" promessa fatta calda calda a Gheddafi si circa 4milioni (forse miliardi... non ricordo bene, tanto non gli saranno dati ne i milioni ne i miliardi) quando abbiamo problematiche sociali interne pesanti da affrontare?

Mi potresti aiutare a capire dove sia la VIRTU' e le INNOVAZIONI?

Grazie.

Affetto, Rafiki

_________________
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Rafiki, la scimmia saggia


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 Oggetto del messaggio: Re: Guardandosi intorno - Europa & Sussidiarieta'
MessaggioInviato: 04/03/2009, 18:16 
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Iscritto il: 04/02/2009, 15:47
Messaggi: 7
Modello Europeo…partiamo dal principio di sussidiarieta'.

Per dare un contributo attivo proviamo a spiegare in cosa consiste il modello Europeo.

Sembra banale ma a primo acchito sembra che tutti i sistemi siano uguali, ma non lo sono. In Europa anche se poco conosciuto e molto spesso trasfigurato e’ presente il principio di SUSSIDIARIETA’ che guida le scelte, lo stesso principio è stato istituito nel diritto dell'UE dal trattato di Maastricht entrato in vigore il 1 novembre 1993.

Bene per evitare equivoci partiamo dal dire che questo principio di sussidiarietà, risale al Vescovo di Mainz, Emmanuel von Ketteler. Il suo lavoro forma la dottrina sociale del Papa Leone XIII nella Rerum Novarum e che che sostiene che il governo deve intraprendere iniziative solo quando superano la capacità di singoli o di gruppi privati che agiscono indipendentemente.

Funzioni di governo, le imprese, e le altre attività laiche dovrebbero essere il più possibile locali. Se una funzione complessa, viene effettuata meglio a livello locale e piu’ più efficacemente che a livello nazionale, il livello locale dovrebbe essere quello a cui svolgere la specifica funzione e viceversa se qualcosa e'meglio a livello intergovernativo, questo e' il luogo adatto a prendere tali scelte.

Ma ecco che allora tale principio si fonda su l'autonomia e la dignità della persona umana, e ritiene che tutte le altre forme di società, dalla famiglia allo stato e l'ordine internazionale, dovrebbero essere al servizio della persona umana che e' il baricentro del sistema.

La sussidiarietà assume che queste persone umane sono per loro natura esseri sociali, e sottolinea l'importanza della piccola e media grandezza comunità o delle istituzioni, come la famiglia, la chiesa, e le associazioni di volontariato, come strutture di mediazione e azione, che autorizzano l'azione individuale e collegamento per i singoli con la società nel suo complesso e da qui al concetto di societa’ civile il passo e’ breve.

Ma non occorre fermarsi qua occorre arrivare al principio di "Sussidiarietà positiva", che è l'imperativo etico di comuni, istituzioni o governi per creare le condizioni sociali necessarie per il pieno sviluppo della persona, come il diritto al lavoro, un alloggio decente, l'assistenza sanitaria, ecc, tutte cose che oggi troppo spesso dimentichiamo e forse vogliamo dimenticare.

Bene questi concetti, sebbene paiono vaghi, sono altrettanto ben fondati storicamente e purtroppo, oggi almeno, non troppo chiaramente esplicitati ma sono presenti in tutti o quasi i sistemi europei.

Ben diverso e’ il concetto moderno di mercato, con cui abbiamo convissuto negli ultimi anni, in cui il fardello ricade sempre ed unicamente sull’individuo, se sei stato licenziato e’ colpa tua che non ti sei adeguato al mercato, se sei svantaggiato il problema e’ tuo che non hai lavorato (su te stesso) per colmare il gap, in tal senso la SOCIETA’ o STATO arretra, lascia spazi vuoti, lasciando sulle spalle degli individui il carico che loro per primi dovrebbero rimuovere al fine di ridurre il gap.

Questa e’ a mio avviso la fondamentale differenza che mi sento di poter sottoscrivere tra modello europeo e non europeo.

Cordialmente
Massimo Merighi


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 Oggetto del messaggio: Re: Guardandosi intorno
MessaggioInviato: 07/03/2009, 12:27 
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Iscritto il: 14/02/2009, 11:44
Messaggi: 41
MI permetto di far notare che ben prima che Emmanuel von Ketteler iniziasse ad andare a scuola il principio di sussidiariatà era già ben presente nei padri fondatori americani, come lo scritto che qui riporto puo' ben dimostrare. Emmanuel von Ketteler è del 25 dicembre 1811, Jefferson scrive questa lettera quando il vescovo ha 4 anni e due mesi.
Poi secondo me que principio ha origini ancora precedenti, anche se incerte: Tommaso d'Aquino e iJohannes Althusius ... e chi dica anche Aristotele.
Cita:
Dividere la grande repubblica
di Thomas Jefferson, lettera del 2 febbraio 1816 a J.C. Cabell

"Il mezzo per avere un governo buono e fidato non sta nell'affidare ad un unico organo tutto il potere ma nel dividerlo tra molti, distribuendo a ciascuno esattamente le funzioni che e' in grado di assolvere. Che al governo nazionale siano affidate la difesa della nazione e le relazioni estere e federali; ai governi degli Stati le leggi, i diritti politici e civili, la polizia e l'amministrazione di quanto concerne lo Stato nel suo complesso; alle contee le materie di interesse locale al livello della contea ed a ciascuna comunita' minore gli affari che la interessano direttamente. E' dividendo e suddividendo la grande repubblica nazionale in queste repubbliche minori da un estremo all'altro della gerarchia, finche' si giunga all'amministrazione da parte di ciascun individuo della propria fattoria ; attribuendo ad ognuno la direzione di cio' che il suo occhio riesce a sorvegliare direttamente, che tutto verra' realizzato per il meglio. Che cosa e' stato a distruggere la liberta' ed i diritti dell'uomo in ogni forma di governo esistita sotto il sole? L'estendere ed i concentrare tutti i poteri e tutte le attribuzioni in un solo corpo, non importa che si tratti degli autocrati di Russia o di Francia o dei patrizi del senato veneziano. Ed io sono convinto che se l'Onnipotente non ha decretato che l'uomo non debba mai essere libero (e sarebbe bestemmia il crederlo), si scoprira' che il segreto consiste nel farsi egli stesso depositario dei poteri che si riferiscono a lui, nella misura in cui e' capace di esercitarli, e nel delegare soltanto quelli che sono al di la' delle sue capacita', mediante un processo sintetico, a gradi sempre piu' elevati di funzionari, in modo da conferire sempre meno poteri mano a mano che i delegati rappresentano sempre piu' una oligarchia. Le repubbliche elementari rappresentate dalle comunita' dalle contee, dagli Stati e dall'Unione federale formerebbero una gradazione di autorita' ciascuna fondata sulla legge, investita ciascuna della sua sfera di poteri delegati, e costituenti per davvero un sistema di freni e contrappesi per il governo. [....] Come Catone, ai suoi tempi concludeva ogni suo discorso con le parole <<Carthago delenda est>>, cosi' io concludo sempre con l'esortazione <<dividete le contee in comunita'>>. Cominciate con l'istituirle per una sola funzione; dimostreranno ben presto per quali altre esse sono lo strumento migliore. Dio vi benedica, e benedica tutti come i nostri governanti, e dia loro la saggezza, cosi' come sono certo che avranno la volonta', di fortificarci, contro la degenerazione di un unico governo e la concentrazione di tutti i poteri nelle mani dell'uno, dei pochi, della gente per bene o dei molti."

Va comunque detto che una società complessa oggi non piu' basarsi su un solo principio ma piuttosto sull'equilibrio tra una molteplicità di principi. Oltre la problema della differenza tra persona ed individuo (il primo come concetto piu' umanistico-sociale ed il secondo piu' liberistico) abbiamo tutta una serie di principi da conclilare, come l'ottimo studio di Attilio Danese ha analizzato in http://www.progettoitaliafederale.it/prinhtm1.htm e ben individuabile fin dall'indice:
1. Persona in relazione
2. Autonomia
3. Cooperazione
4. Sussidiarietà
5. Partecipazione
6. Circolarità teoria-prassi
7. La tolleranza
8. Democrazia ascendente
9. Solidarietà ed efficienza
10. Responsabilità

Saluti,
Francesco

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Il mondo è così grande che mi sento una formica.


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 Oggetto del messaggio: Re: Guardandosi intorno
MessaggioInviato: 11/03/2009, 15:55 
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Iscritto il: 04/02/2009, 15:47
Messaggi: 7
Grazie Francesco,
non metto in dubbio che pure Jefferson ed altri ancora abbiano citato un tale pricipio, ma un fatto e' certo una cosa e' enunciarlo, un'altra e' applicarlo, infatti quando parlo di principio di sussidiarieta' io intendo anche una sussidiarieta' verticale, ossia delegare funzioni e potere ad un entita' piu' alta perche' possa meglio svolgere certe funzioni.

Credo che nessuno oggi dubiterebbe che la pianificazione delle grandi linee trans-europee (TEN) sia di trasporto (TEN-T) che energetiche (TEN-E) siano dicsusse con gli Stati Membri a livello comunitario ed infatti abbiamo in Europa una rete ferroviaria ed elettrica che gli US ci invidiano.

Questi ultimi non hanno sviluppato un concetto simile nemmeno tra i loro stati federali, lasciando al mercato...l'ultima parola, ed infatti ai tempi di ENRON gli effetti si son visti.

Resto pero' saldamente convinto che il modello EU (a parte forse nei paesi anglosassoni) sia profondamente diverso da quello americano tutta competizione e niente collaborazione.

Saluti e grazie ancora per gli apprezzati chiarimenti.
Massimo Merighi


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 Oggetto del messaggio: Re: Guardandosi intorno
MessaggioInviato: 12/03/2009, 16:02 
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Iscritto il: 14/02/2009, 11:44
Messaggi: 41
mmerighi ha scritto:
Credo che nessuno oggi dubiterebbe che la pianificazione delle grandi linee trans-europee (TEN) sia di trasporto (TEN-T) che energetiche (TEN-E) siano dicsusse con gli Stati Membri a livello comunitario ed infatti abbiamo in Europa una rete ferroviaria ed elettrica che gli US ci invidiano.

Questi ultimi non hanno sviluppato un concetto simile nemmeno tra i loro stati federali, lasciando al mercato...l'ultima parola, ed infatti ai tempi di ENRON gli effetti si son visti.

Resto pero' saldamente convinto che il modello EU (a parte forse nei paesi anglosassoni) sia profondamente diverso da quello americano tutta competizione e niente collaborazione.

Sono perfettamente d'accordo sul fatto che il modello di federalismo americano sia sostanzialmente competitivo e poco cooperativo ma va detto che il nostro (UE) non è ancora un modello, perché l'Europa non è ancora una federazione o confederazione. Lo è la Svizzera, che si trova con una buon mix tra cooperazione e competizione ed ha regole che mettono una decisione come le linee di trasporto strategiche in mano al popolo, con referendum.
Da loro infatti hanno votato ed approvato. Prima il progetto di massima (tutto il popolo) e poi i piani particolareggiati (le popolazioni delle valli coinvolte).
Ora sono al 50% ed oltre dello scavo del Gottardo (tunnel di base di 57km).
Il Lötschberg (34 km) è già finito ed inaugurato. Fatti, non parole.

Il modello europeo ha visto una decisione dall'alto ma poi abbiamo tutti letto delle resistenze della popolazione locale in val di Susa. E siamo ancora in alto mare. Dove è la galleria?

Mi pare che il nostro modello di sussidiarietà vada perfezionato. Troppo dirigistico.
Forse qualche cosa, anche se poco, dalla Svizzera possiamo impararla.
Loro coniugano federalismo e democrazia diretta.
Possono farlo, come piccolo paese ma cosi' tengono ben salda la barra della sussidiarietà, obbligandsi a soluzioni veramente condivise e non imposte dall'alto dai funzionari di Bruxelles o di Roma.

Ciao,
Francesco

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